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Tanto poi piove

Tanto poi piove

Se ne stava seduta da metà mattina, con un libro sotto il naso, al bordo bianco della finestra.
“Perché non esci”, le aveva detto Camilla, la sua coinquilina, al secondo passaggio rasente la moka.
“Sto leggendo. E tanto poi piove”, aveva fatto spallucce lei e continuato a leggere e a guardare fuori.

Alle due del pomeriggio erano riusciti a stanarla rispettivamente il corriere della DHL e il vicino di casa.
Il primo aveva, evidentemente, le sue ragioni ma il vicino poteva farne a meno di comunicarle l’amperaggio della lampadina che aveva scelto per il piccolo atrio.
“Si metta un po’ in giardino, signorina. Il sole è ancora calduccio e lei ha un colore che sembra gli stracci quando mia moglie li mette in candeggina”.
“Vediamo” aveva risposto lei con un sorriso appena gentile e un gesto della mano che voleva dire scansati.
“Aspetto un po’ e vedo se piove”.
Il vicino aveva guardato in alto ma nuvole non ne aveva viste.

Così era rientrata e si era messa a lavorare. Cioè non proprio, dopotutto era domenica.
Voleva mettere ordine tra fogli e pagine mezzi nati e mezzi no ma apriva un sacco di parentesi che diventavano appunti. Anche questi da riordinare.
Con gli occhi rapiti dalla luce del monitor non aveva visto quella del giorno scivolare via. E stava così, in quella penombra grigio blu, quando il telefono aveva vibrato.

Dicono che da quando non siamo ancora nati, e poi per molto tempo, se qualcuno ci sfiora una guancia, per istinto giriamo il volto da quella parte. Ecco era stato un po’ così, ma più veloce.
Si era trovata a guardare lo schermo del telefono illuminarsi e poi tornare tutt’uno con il tavolo e aveva voltato il viso dalla parte opposta. Non per istinto, ‘sta volta.

Camilla doveva essere uscita. Lei se ne accorgeva ora che respirava il silenzio tranquillo della stanza.

Forse gli poteva rispondere. Le piaceva quel suo modo di parlarle guardandola bene in fondo. Anche se un po’ la faceva sentire esposta. Magari sarebbero andati in quel localino vicino, quello con la musica dal vivo. E avrebbero riso e dopo un po’ non avrebbero sentito più la musica.
“Ma c’era? Eh si, che c’era”.

Si alzò piano, raggiungendo in due passi la finestra.
Accarezzò la tenda spostandola di lato.
“No dai, non ci vado. Tanto poi piove”.

Il cielo, di un blu denso e pulito, stette in silenzio.

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