racconti

Caffè

francesca bruno foto
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Il pizzicore di quel dannato cappello di lana era reso sopportabile solo dal freddo che le anestetizzava la fronte. Ma era verde e meravigliosamente soffice. Almeno lo sembrava quando lo aveva tirato su dalla bancarella di Charles Square, giovedì.

Maledetta fretta. Non aveva proprio avuto tempo di provarselo prima di pagarlo e adesso lo sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta che se lo sarebbe messo. Sarebbe finito in fondo al cassetto, insieme alle mutande strette e alle calze a rete. Almeno quelle una paio di volte era riuscita a mettersele, a capodanno.

Aveva svoltato l’angolo, camminando in fretta, col naso rosso e gli occhi lucidi per il vento.
Era così dolce la sensazione di calore che il bicchiere di caffè le stava rilasciando tra le mani. Ora sperava solo che quel calore durasse fino all’incrocio con la Main, all’entrata dell’ufficio.

Il tram si fece sentire di lontano.

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